L'industria dell'alluminio cerca di contenere I costi

摘要

Il mercato dell'alluminio e caratterizzate da forti oscillazioni dei prezzi; il settle-ment a Londra e passato, con alti e bassi vari, da meno di 1450 dollari per tonnellata a fine novembre a oltre 1735 dollari a fine gennaio, per poi ridiscendere sotto i 1600 dollari a meta febbraio. Dal lato dell'offerta si ritiene che la disponibilita mondiale sia a livelli critici, tanto piu che gli alti costi dell'energia elettrica, che tutto lascia pensare dureranno a lungo, ha determinato la chiusura di importanti capacita di produzione lungo la costa occidentale degli Stati Uniti. Il primo produttore mondiale, la Alcoa, ha confermato la priorita del problema dei costi ed ha annunciato un secondo piano triennale per la riduzione dei costi operativi di oltre 1 miliardo di dollari, dopo che il precedente aveva consentito tagli per 1,1 miliardi di dollari. Dal punto di vista della domanda si sottolinea che il consumo dei paesi occidentali, aumentato del 3,5 percent nel 2000 rispetto all'anno precedente, nel 2001 dovrebbe rimanere stabile (e non crescere del 3,2 percent come previsto qualche tempo fa) mentre nell'America settentrionale dovrebbe addirittura diminuire, stando alle previsioni dell'Alcan, del 4,9 percent. E' soprattutto l'andamento dell'industria automobilistica a determinare questa debolezza nella domanda americana di alluminio. Nel frattempo le maggiori imprese produttrici deL mondo continuano nella ricerca di una struttura ottimale, da ottenere attraverso operazioni di fusione. Quella gia realizzata tra la canadese Alcan e la svizzera Algroup comporta la dismissione di attivita non piu necesssarie: si tratta soprattutto degli impianti di allumina, di cui il nuovo gruppo ha ora una capacita in eccesso e che progetta di vendere gli impianti in Giamaica, che hanno una capacita complessiva di 1,2 milioni di tonnellate annue. Anche la Kaiser Alumi-nium sembra intenzionata a disfarsi di alcuni impianti, soprattutto per ripianare i suoi debiti: secondo II Sole 24 Ore la societa americana mediterebbe di vendere le raffinerie di Trentwood (stato di Washington) e di Gramercy che avrebbero gia attirato l'interesse della francese Pechiney. Sempre per lo stesso motivo la Kaiser venderebbe, nel settore dei minerali, la sua quota del 49 percent nella Kaiser Jamaica Bauxite, e in quello degli intermedi il 28,4 percent nella Queensland Alumina. Paul 0'Neill, che dal 1987 era presidente e direttore generale della Alcoa, il maggior produttore di alluminio del mondo, e stato nominato segretario al Tesoro nell'Amministrazione Bush. I risultati della stione O'Neill sono giudicati ampia-mente nositivi: La sodeta, che ha un fatturato di 22,9 miliardi di dollari e 140 000 dipendenti in tutto il mondo, nell'ultimo esercizio ha realizzato un profitto di 1,5 miliardi di dollari, con una crescita nell'ultimo decennio del 14 percent oqni anno. Nell'ultimo triennio e stata realizzata una riduzione di 1,1 miliardi di dollari all'anno nei costi, che nel prossimo triennio dovrebbero diminuire di un altro miliardo. La riduzione dei costi viene realizzata non con la diminuzione del personale ma applicando il cosiddetto "Alcoa Business System", una "filosofia" messa a punto da O'Neill e basata tra l'altro sulla sicurezza del Lavoro che ha consentito di portare i tempi morti, e quindi la produzione perduta, per inddenti da un terzo della media nazionale a un ventesimo. L'opera di O'Neill verra continuata da Alain J.P.Beida, che due anni fa era diventato direttore generale succedendo al suo predecessore che aveva raggiunto i limiti di eta, e che ora diventa anche presidente. L'Alcoa controlla un sesto della produzione mondiale di alluminio (e meta di quella degli Stati Uniti); con la recente acquisizione della Reynolds Metals e entrata sul mercato dei beni di consumo di alluminio.