Nella sua opera One Million Years of Feeling Nothing (sotto), la giovane artista croata Dora Budor usa materiali di scena (dal film // quinto elemento) e protesi (un orecchio) per indagare gli effetti visivi usati per simulare sensazioni corporee sullo schermo. Con il video multicanale DMT, il canadese Jeremy Shaw esplora invece le diverse reazioni dei suoi amici sotto l'effetto dell'omonimo allucinogeno. Budor e Shaw sono due dei 13 artisti che, all'interno della mostra "Artificial Tears" curata da Marlies Wirth al MAK di Vienna (fino al 1.10.2017), formulano ipotesi su futuribili scenari dell'umanità, tra emozioni e considerazioni etiche.
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