Francesca Condò Il Covid-19 ha accelerato trasformazioni già in atto e questo vale anche per i musei. L'idea stessa di museo continua a trasformarsi. In Italia, per esempio, la Direzione generale musei aveva avviato un discorso sul digitale già tempo fa. Questo proviene dall'impegno intrapreso con la riforma del 2014 del ministro Dario Franceschini, consolidatasi nella definizione di uno standarddi qualità per le realtà italiane, fortemente disomogenee. Il risultato sarà il Sistema Museale Nazionale che, oltre ai musei statali, includerà tutte le strutture del Paese, in dialogo con le Regioni. Gli standard sono suddivisi in livelli: da un lato quelli basilari, come la sicurezza e la rimozione delle barriere architettoniche, cognitive e sensoriali; dall'altro, quegli aspetti che necessitano di miglioramento, fra cui l'allestimento e la comunicazione. Migliorare quest'ultima ci ha permesso di espandere il nostro pubblico. Si è passati quindi dal concetto di museo come sacrario a quella di luogo condiviso: il museo è diventato il frutto di una commistione di linguaggi diversi.
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